Elon Musk e l’acquisizione di Twitter

Scritto da: Fabrizio Gabrielli

Il Megafono di Twitter è l’ennesimo giocattolino di Elon Musk? Normalmente non mi piace commentare le notizie dell’attualità, perché sono …

Il Megafono di Twitter è l’ennesimo giocattolino di Elon Musk?

Tempo di lettura stimato: 7 minuti

Normalmente non mi piace commentare le notizie dell’attualità, perché sono un tecnico e alla tecnica mi devo attenere. Ma ogni tanto saltano fuori notizie, sulle quali non si può restare “zitti e buoni”. Insomma, mi tremano le mani sulla tastiera. L’ho fatto quando Zuckerberg ha annunciato la rivoluzione del Metaverso. O quando Brian Dean è stato acquisito da SEM Rush, che per il mondo della SEO è una mezza rivoluzione.

44 miliardi di $
è la cifra che Musk pagherà per acquisire Twitter

Adesso è la volta di Twitter. Sembrava uno scherzo, ora è una cosa seria: Elon Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari. Dice che vuole riportare la libertà di parola sulla piattaforma. Dice. La domanda che dobbiamo porci è che cosa significhi questa cosa qua per il “signore degli anelli” del terzo millennio.

Elon Musk controlla il mezzo di espressione di Twitter con una perfezione come pochi altri utenti. Tanto per cominciare, è “sempre sul pezzo”: quando la Russia ha attaccato l’Ucraina, ha inviato rapidamente alcuni satelliti Starlink lì per un Internet stabile e ha ricevuto approvazione al livello mondiale. In secondo luogo, sa come promuovere ulteriormente l’hype.

Ora il capo di Tesla acquisirà l’intera piattaforma. Quando Musk ha fatto la sua offerta una settimana e mezzo fa, il consiglio di amministrazione di Twitter ha inizialmente adottato una misura chiamata “pillola avvelenata” (poison pill), che avrebbe reso più difficile l’acquisizione. Ma era un’evidente abboccamento (leggasi moìna). L’offerta di Musk era troppo allettante per gli azionisti. Leggasi: si sapeva che sarebbe finita così. Chi avrebbe potuto rifiutare una proposta del genere, dopo che per anni Twitter ha navigato in cattive acque, chiuso uffici sparsi per il mondo e con una piattaforma di Ads che non è mai davvero decollata?

Paladino della libertà e della libertà di parola?

Musk ha già chiarito in una dichiarazione su che cosa vuole concentrarsi:

“La libertà di espressione è il fondamento di una democrazia funzionante e Twitter è il mercato digitale in cui vengono discusse questioni importanti che riguardano il futuro dell’umanità”.

Vuole creare nuove funzioni che rendano gli algoritmi open source e affrontino il problema degli spam bot.

“Twitter ha un enorme potenziale: non vedo l’ora di lavorare con l’azienda e i suoi utenti per sbloccarlo”.

“È davvero importante che le persone possano esprimersi liberamente, sia nei fatti che nei sentimenti, ‘entro i limiti della legge’.”

Probabilmente alludeva al Primo Emendamento della Costituzione americana, che garantisce a tutti il ​​diritto alla libertà di parola. Questo articolo è spesso interpretato in modo tale da coprire anche affermazioni palesemente false, contributi razzisti o misogini.

Twitter promuove da anni un approccio simile, ma negli ultimi anni, anche sotto la pressione dei governi e del pubblico, ha iniziato a moderare i contenuti in modo più intenso. Nel 2021, dopo l’assalto al Campidoglio, la piattaforma ha bloccato definitivamente l’account dell’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Ci sono già speculazioni sul fatto che Trump ora possa sperare in un ritorno di Twitter con l’acquisizione. In ogni caso, Musk ha detto a una conferenza TED che bisogna stare molto attenti ai divieti permanenti. Musk, con un ossìmoro volutamente provocatorio, si descrive come un “assolutista della libertà di parola”. In alcuni dei suoi tweet, ha recentemente rivelato che cosa intenda con ciò. Apparentemente Musk non ha intenzione di fare politica. Solo una settimana fa ha twittato:

“Le politiche di una piattaforma di social media sono buone quando il 10 percento all’estrema sinistra e all’estrema destra sono ugualmente insoddisfatti”.

Tralasciamo il fatto se Musk voglia morire democristiano o meno. Ma anche se non è lui a voler fare politica, sicuramente saranno gli altri a voler per forza strumentalizzare le sue azioni, il che lo farà ricadere, volente o nolente, nella politica, suo malgrado. Come si dice: l’importante non è quello che si dice, ma è che se ne parli, sempre e comunque. Di Twitter e di lui. Del brand Musk.

221 milioni di $
è il passivo di Twitter nel 2021.

Che cosa ci aspetta sul versante utenti della piattaforma? Mi riferisco alla piattaforma, dal punto di vista dei creatori di contenuti o come agorà di discussione. Ad es. la comunità dei SEO Gurus si ritrova e discute al livello mondiale sulle novità tecniche digitali.

È chiaro che Musk vuole andare verso una maggiore interconnessione del mondo della finanza e dell’informazione. In questo non è nulla di nuovo, voglio dire, noi in Italia abbiamo da decenni la FIAT di Agnelli ed Exxor che ha investito nell’informazione e oggi è proprietaria del Gruppo GEDI.

Alla fine si risolve tutto in un’operazione di branding

Ma la connessione tra il mercato azionario e il sistema delle notizie risulta da una relazione funzionale: infatti i sistemi finanziari e informativi funzionano allo stesso modo, tramite effetti di feedback e condivisione di aspettative. Il che rientra appieno nella sfera del branding e del marketing.

Ecco che l’importanza dell’informazione è centrale. Non conta tanto quello che è tangibile oggi, quanto piuttosto ciò che ci si aspetta che sarà in futuro. Tesla ne è il miglior esempio. L’azienda di Musk produce auto tecnicamente sofisticate ed esteticamente entusiasmanti. Ma se il valore di mercato azionario della società ha superato 925 miliardi di dollari (quasi venti volte quello di Stellantis), tutto ciò non ha a che fare con le vendite, ma con le aspettative sul futuro.

279 miliardi di $
è il patrimonio stimato di Elon Musk.

Attraverso la sua smisurata autopromozione e la costruzione di un seguito che lo venera, Musk è un maestro nel generare aspettative e desideri da cui si possono generare profitti. Anche se la maggior parte delle sue aziende produce essenzialmente beni reali, il loro successo dipende in gran parte dall’associazione di Musk a determinate tendenze e aspettative. Nessun mezzo è più adatto a questo di Twitter. Non solo perché ci sono molti giornalisti, politici e dirigenti d’azienda e c’è una sezione a parte per i “Trends“. Ma anche perché nel servizio di messaggistica le conoscenze, le opinioni e le opinioni sulle opinioni s’intrecciano in un modo che mescola la verità alle speculazioni, quando non addirittura alle falsità, e solo il discernimento di chi legge è capace di dipanare e districare la matassa che ne scaturisce. Insomma, il classico pot-pourri, dal quale non se ne esce. Ma come ho detto prima: l’importante è che se ne parli (cosa che peraltro sto facendo anche io, nel mio piccolo 🙂).

L’acquisto di Twitter è quindi soprattutto una cosa: un vero e proprio investimento nel futuro. Sicuramente per Musk. Per noialtri, lo scopriremo solo vivendo.

#staytuned


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Fabrizio Gabrielli

Mi piace camminare all'aria aperta, amo le penne stilografiche e la mia moto Kawasaki ER6-f. SEO Expert, Growth Hacking Manager e web marketing addicted. Dopo una ventennale collaborazione con svariate multinazionali, soprattutto dalla Germania e dagli USA, nel febbraio 2019 ho fondato Pistakkio®, che è marchio registrato in tutta Europa. Creo Valore nel posizionamento SEO di progetti web e faccio pubblicità online su Google Ads per le piccole e medie imprese del tessuto imprenditoriale local business in Toscana e in tutto il Centro Italia.

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