È uscito WordPress 6.0. Tutte le migliorie sono all’insegna della filosofia giapponese del “Kaizen”
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Indice
Come un orologio svizzero (cioè in base ai piani rivelati a inizio del mese di maggio 2022 direttamente dal CEO di WordPress Matt Mullenweg), è uscito ieri, 24 maggio 2022 WordPress 6.0 “Arturo”.
Come di consueto, tutte le versioni di WordPress si richiamano nel nome a famosi jazzisti, in questo caso stiamo parlando di Arturo O’ Farrill, jazzista cubano con all’attivo una dozzina di album.
Ne ha dato notizia il blog ufficiale in questa nota che linko qui.
WordPress 6.0 non sarà una rivoluzione, ma un ritorno al Backbone
Sono circa un migliaio le modifiche e aggiornamenti che oltre 500 collaboratori, sparsi in 58 paesi, hanno implementato in questa versione. Le modifiche riguardano circa 500 migliorie vere e proprie e altrettante correzioni di bug. Qui lo statement della direttrice esecutiva del progetto:
Si fa espressamente riferimento al miglioramento dell’esperienza utente al livello di scrittura, con una migliorata interazione con i blocchi. Ma, tutto sommato, l’impressione che si evince dal primo impatto è che non sia una rivoluzione all’insegna dell’effetto WOW, ma che invece si sia puntato tutto su un miglioramento progressivo in piena filosofia “Kaizen” giapponese. Fluidità, qualche sicurezza in più, tipo i nuovi blocchi che possono essere “sigillati” col lucchetto, per evitare i classici svarioni di cancellazione (piuttosto comuni, soprattutto tra gli utenti meno esperti), migliore esperienza utente e anche qualche “chicca” per gli sviluppatori. Già scaricata stamani e provata al volo. Vi dico come la penso io, al di là degli statements ufficiali.
Vediamo intanto rapidamente quali sono le features principali.
- Selezione del testo su più blocchi, cosa che mancava a tutti e ha sempre creato parecchi problemi. Ora si potrà modificare tutto insieme in una volta, senza dover ricorrere a doppie operazioni.
- Inserimento di due parentesi quadre di apertura
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per accedere al menu storico degli ultimi collegamenti links interni creati nel sito. Funziona alla grande e va in ottica di internal linking e quindi di SEO On Page! - Mantenimento dello stile esistente, ad es. il classico grassetto, quando trasformi un blocco da un tipo ad un altro, per esempio da un blocco Paragrafo a un blocco Titolo. Figata disumana. Lo sto provando adesso, dato che ho aggiornato stamani e funziona benissimo! Era ora!
- Creazione di pulsanti personalizzati e ogni nuovo pulsante manterrà in automatico la personalizzazione dello stile. Oddio, c’erano altri sistemi per fare questo: shortcodes oppure dal tema (ad es. il tema di questo sito, GeneratePress permette di farlo già da tempo). Oppure con altri sistemi ancora, tipo il solito plugin aggiuntivo, che però appesantiva. È ovvio che avere questa cosa nativa semplifica (non tutti usano GeneratePress che, in questo e non solo, è fantastico!).
- Rendere le tag cloud e le icone social ancora più accattivanti con impostazioni e controlli aggiornati e un nuovo stile per il contorno delle tag cloud. Icone social ok (io uso quelle di Jetpack, che sono della stessa “parrocchia” di WordPress, essendo Jetpack sempre dello stesso Gruppo Automattic). La tag cloud però è da boomers! 😄
I nuovi templates di WordPress 6.0 scongiurano il fantasma del “contenuto sottile” o “thin content”
Adesso, come da figura sopra, WordPress 6.0 include cinque nuovi template per la creazione dei modelli: autore, data, categoria, tag e tassonomia (che nella figura non si vede, ma c’è). Ci si riferisce quindi alla fase di creazione del sito, quando si va a stabilire come devono essere creati i modelli da replicare poi nelle varie pagine o articoli. L’utilità quindi la vedremo sia al livello di creazione dei siti, sia al livello di categorizzazione.
Sembra una cosa da poco, ma uno degli stra-classici errori SEO che si verificano sui siti WordPress è la mancata ottimizzazione delle pagine di categoria ed in seconda battuta quelle di tag (meno importanti di quelle della categoria, ma comunque se esistono vanno ottimizzate pure quelle).
Il classico errore del principiante, infatti, è quello di non andare a toccare le pagine di categoria o di tag, poiché vengono create automaticamente da WordPress, evidenziando quindi il cosiddetto “contenuto sottile”, in inglese il “thin content”, che poi Ubersuggest o tool equivalente ti segnala puntualmente.
Il miglioramento dei pattern è in ottica super friendly e va a beneficio di tutti, sviluppatori e editors
I Pattern appariranno ora dove più ti servono in più di una posizione, come nel pannello di inserimento veloce partendo da un Nuovo Blocco, quando clicchi sul pulsante +. Se crei temi potrai registrare pattern dalla Directory dei pattern utilizzando il theme.json
, potrai così dare priorità ai pattern più utili per gli utenti del tuo tema. Come vedete, nella figura sotto io ho i miei Pattern già col font col mio colore verde Pistakkio!
OK, allora, “Al lavoro” e la regola è sempre la solita: provare, provare, provare
È arrivato il momento di mettersi a studiare. Vi lascio i video (in inglese) per imparare le nuove funzionalità di WordPress 6.0.
Nei prossimi giorni farò un aggiornamento, a mano a mano che andrò a testare le nuove funzionalità, direttamente qui e nel mio blog personale, che mi serve giusto appunto per fare alcuni test.
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